Dovevo dirlo a qualcuno - estemporanea conversazione tra me e un prete di paese

Non che sia sempre stato un fervente cattolico, anzi. Tuttavia da qualche anno a questa parte, per un susseguirsi di eventi che non sto a descrivere qui (diciamo solo che  son d'accordo con Marcelo Bielsa quando consiglia di non rallegrarsi troppo quando la fortuna è dalla propria parte perché Dio prima o poi manda la fattura) ho preso a recarmi costantemente a Messa e ad andare almeno una volta alla settimana in chiesa.
In questo secondo caso non è che stia dentro molto, un quarto d'ora al massimo, però lo faccio con regolarità, di solito al martedì in pausa pranzo.
Vado nella chiesa del paese dove lavoro, che mi rimane comoda, essendo di strada.
Come ogni volta entro e m'aspetto di incontrare le stesse persone che trovo a quell'ora in quel dato giorno della settimana, le quali, non saprei dire perché, sono sempre quelle.
Oggi invece non c'è nessuno, tranne un signore che mi si fa contro e mi saluta:"Buonasera!"Non l'ho mai visto prima, ricambio il saluto.
Mi squadra come se dovesse chiedermi qualcosa, lo guardo, lo vedo esitare per cui gli rivolgo un cenno del capo, mi segno, lo lascio ai suoi pensieri e proseguo lungo la navata di sinistra, diretto a prender posto.
Faccio quel che devo fare poi mi alzo in piedi e vado verso l'uscita. Ho come l'impressione che l'uomo che ho incontrato mi debba raggiungere per dirmi qualcosa.
Così è.

Apro la porta e, proprio in quell'istante me lo trovo improvvisamente dietro:"Sa? sono un po' in imbarazzo".
Sconcertato dalle parole incomprensibili, cerco di capirne il motivo e ipotizzo:"Guardi, in effetti non sono di qua, questa non è la mia chiesa d'appartenenza e forse è per questo che non mi ha mai visto. Tuttavia vengo qui ogni settimana, questo stesso giorno, per comodità. Sa, io lavoro..."
Mi interrompe:"No, non dicevo per questo, lei può venire quando vuole! È che oggi c'è un funerale..."A mia volta lo stoppo:"In tal caso sto andando via, non si preoccupi!"
Poi il cambio di registro:"Posso darti del tu? Beh, tu non ci crederai ma oggi devo celebrare il funerale di un signore marocchino."
Stupito, gli chiedo:"Un marocchino cristiano? Non ce ne devono essere tanti."
E quello che ora capisco essere il prete (non avevo fatto caso al colletto, ma in effetti, se ce l'aveva, era nascosto da una giacchettina dal bavero alto) mi risponde:"Non è cristiano, però celebrano lo stesso il funerale qui."
Meravigliato gli chiedo se sia possibile cerimoniare un funerale musulmano in una chiesa cristiana e lui, giustamente, ribadisce:"Ora capisci perché sono in imbarazzo?"
Quindi comincia.
Racconta la rocambolesca storia di questo signore marocchino, dicendo che non è nemmeno del posto, ma che, quando era venuto in Italia, era andato a vivere in un paese poco distante da questo ed era stato aiutato dal prete di quella parrocchia. S'era fatto una famiglia e poi s'era trasferito in un altro paese ancora, anch'esso qui vicino.
Mi manca qualche nesso per cui chiedo al prete se sua moglie fosse cristiana e fosse di questa parrocchia. Non mi spiego infatti la decisione di celebrare il funerale in questa chiesa.
"È questo il bello. Sua moglie non è cristiana né è di qui. E, soprattutto, non ha scelto lei che la celebrazione si svolgesse qui."
"Mi scusi, Padre, ma allora perché un musulmano avrebbe voluto che il proprio funerale fosse celebrato in una chiesa non del suo paese? Non ho mai sentito niente del genere".
"Il signore marocchino voleva che fosse il prete della parrocchia che lo aveva accolto ed aiutato, a celebrarne il funerale, solo che non è più in vita. Abbiam chiesto a sua moglie e lei ha comunque ribadito che venisse quello attuale, e così abbiam fatto. Perché qui? Perché questa è una delle poche chiese della zona con a fianco il cimitero. E questa era un'altra richiesta del defunto."


Ci penso un attimo e chiedo:"I musulmani hanno i cimiteri? Vengono seppelliti di norma?"
L'uomo davanti a me, compiaciuto di avermi portato a quel punto preciso della discussione che forse s'era prospettato fin dal "buonasera" inziale:"Solitamente vengono cremati."
Preso dall'incredibilità del dialogo, provo a tirarne le fila:"Quindi questo signore marocchino verrà cremato poi l'urna verrà seppellita? E, per sua esplicita richiesta, nell'unico cimitero della zona adiacente ad una chiesa?"
"Esattamente. Non m'era mai successo prima. Scusa se ti ho rubato qualche minuto per raccontartelo ma dovevo dirlo con qualcuno".
Ormai la storia ha catturato la mia attenzione:"Ma è tutto regolare, si può fare?"
"Abbiam chiesto al prete che verrà a celebrare, quello del paese vicino, come dovremo comportarci, e lui ci ha detto di fare come se niente fosse. Liturgia, canti, preghiere: tutto uguale."
Rimango senza parole.
"Sai, è brutto da dire ma tanta gente, anche che non è mai stata in chiesa, quando muore un proprio caro esige tante cose: vuole scegliere tempi e modi della liturgia come se fosse possibile cambiarli a proprio piacimento. Questo signore è in assoluto quello con più pretese di tutti ma è l'unico che sono felice di accontentare, perché credo che sia una bella storia anche se non ne capisco il perché. O meglio: che proverò ad accontentare, perché, come ti dico, sono veramente in imbarazzo. Scusa ancora per il tempo che hai perso. Buonasera, stai bene!"

Nessun tempo perso, certe cose stanno bene dette.

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