Scoprii un percorso molto affascinante, e attraversai una terra selvaggia, fatta di paesaggi a tratti rigogliosi, a tratti austeri, quasi lunari. Ciò che colpiva era notare come tutta quella zona (che più tardai imparai a chiamare col suo nome, ovvero "Garfagnana") fosse densamente spopolata, come se l'uomo avesse fatto fatica a insediarvisi, a vincere la Natura e a sottrarre spazi alla macchia.
Aperta questa nuova via, ogni volta che rincasavo da qualche viaggio in Toscana (fossero anche territori più a sud, come il Chianti Fiorentino o il Chianti Senese), cercavo sempre di attraversare la Garfagnana, di rivedere quei paesaggi che tanto mi avevano incantato anni prima, per cui Castelnuovo di Garfagnana rientrava sempre tra le tappe dei miei itinerari, essendo al centro di tutte le strade che salgono o scendono questa zona.
Tuttavia non ero mai riuscito a fermarmi, a fare una sosta di qualche giorno, ad esplorare quel che per me continuava ad essere solamente una terra di passaggio.
Son riuscito a fermarmici in questo lungo week-end, curioso come non mai di vedere ogni posto che avevo solamente intravisto da lontano, di corsa, in macchina o su qualche guida turistica.
Cosa dire?
Si tratta di un'Altra Toscana, diversa, completamente differente da quella storico-turistica tipica di Firenze, Siena, Pisa e Arezzo; in Garfagnana il vero protagonista è la natura, ma il vero nemico è l'uomo. Le montagne, sia che siano gli Appennini o le Apuane, sono maestose, impressionanti, fanno la loro immensa figura. Ma i paesi, i borghi, fatta eccezione per uno o due, sono miseri, con pochissime attrattive e quelle poche che ci sono non sono curate, sembra quasi che agli abitanti non importi nulla di mostrarle a chi potrebbe esserne interessato
Castiglione di Garfagnana
Castiglione è il primo borgo che si incontra scendendo dal Passo delle Radici. Il panorama tutto intorno, specie d'autunno, è delizioso. Le montagne calano d'altezza e disegnano cornici soavi ai tetti delle case e alle rocche della fortezza. Molto suggestivo anche l'effetto della nebbia che dirada lungo le vallate sottostanti.
Peccato che non richiami turisti, che non abbia nessuna attività preposta a promuovere né il villaggio medievale dentro le mura né il paesaggio circostante, in vero povero anch'esso di specialità, ma meritevole d'essere visitato, se non altro per mirare da vicino un bellissimo ponte medievale, collocato lungo una scarpata poco fuori il paese. segnalato quasi per errore, e accessibile solo dietro richiesta agli abitanti del posto.
Ponte medievale - Castiglione di Garfagnana
Spostandosi verso la valle del Serchio, si può girare a destra imboccando la strada che porta a San Romano in Garfagnana. Una piccola deviazione e si arriva al Lago di Pontecosi, ovverosia una grande ansa dove il fiume Serchio s'allarga, creando un discreto bacino d'acqua, in corrispondenza del paesino che gli dà il nome, Pontecosi, appunto.
Lago di Pontecosi
Sono stato fortunato nel trovarlo in quella che forse è la sua stagione più bella, perché più ricca di colori, i quali si riflettono nelle acque placide del Serchio. Con molta fantasia sembra di essere nel Maine di Dawson's Creek. Tuttavia a parte il bel camminamento che circonda il lago da una parte e dall'altra, il piccolo paesello presenta quelle stesse caratteristiche che contraddistinguono la Garfagnana tutta, ossia uno spiccato senso di "lasciato andare", di incuria. Il ponte sul Serchio è orribile, non tanto per la sola corsia da cui è costituito (cosa che non rappresenta un peccato capitale, anzi, potrebbe addirittura risultare caratteristico se ben tenuto), bensì perché è brutto, sta male, è un ecomostro di dimensioni limitate, ma pur sempre un ecomostro rimane.
Fortezza delle Verrucole (San Romano in Garfagnana)
Dabbasso ci si immagina una fortificazione imponente, che quasi richiami in termini di immaginazione (con le dovute proporzioni) quella della muraglia cinese.
Una volta saliti in cima, anche in questo caso lungo un viottolo molto carino immerso nel verde e dai bellissimi scenari tutto intorno, ci si perde nel nulla dell'abbandono. Negli spazi di questa fortezza voluta a suo tempo dagli Estensi (forse gli unici ad aver fatto del bene a questa terra) non c'è niente se non un muletto, un palco incustodito, e cartelli che vietano l'ingresso alla rocca. Un disgraziato potrebbe cadere dai bordi, oppure ammazzarsi: nessuno se ne accorgerebbe. Complimenti a chi ne "ha cura", complimenti vivissimi.
Vagli Sotto
L'idea di visitare Vagli Sotto nasce dal desiderio di intravedere la sommità del campanile di Fabbriche di Careggine, il paese sommerso dal torrente Edron, affinché fosse possibile sfruttarne le acque costruendo una diga.
Proprio qui, a Vagli Sotto (che saluta i commessi viaggiatori con una bellissima scultura in marmo, che risulta stonata rispetto al paesaggio perché troppo bella rispetto a tutto "il brutto" intorno), si capisce che sarà sicuramente colpa dei Garfagnini se la loro terra è così malridotta, ma risulta anche certo come si tratti di una popolazione e di una regione trent'anni indietro.
Io, un biliardino come quello ritratto in foto, erano anni che non ne vedevo uno uguale.
Ma oltre a questo, l'unica cosa che mi rimane di Vagli Sotto, eccezion fatta per il campanile del paese sommerso che non sono riuscito a vedere, è la desolazione di Vagli Sotto, e dei ragazzi del posto che si trovano dal benzinaio perché è probabilmente l'unico spiazzo in grado di accogliere i cinque giovani che ho visto e dare loro qualcosa. Che brutta vita, mamma mia.
Isola Santa
Questa foto dice tutto.
L'Isola Santa è tanto bella da vedere mentre la si costeggia, tanto brutta da visitare.
Un solo aggettivo le calza bene: spettrale.
Barga
Barga si presenta come un paese targato da bandiera arancione. Questo fa ben sperare. Abituato ai borghi caratteristici della Toscana visitata negli anni e nei mesi addietro, quella del "Chianti Shire", quella in cui ogni paese, anche quello che ha meno da mostrare (uno su tutti, dico San Quirico d'Orcia), contavo, in virtù di questo riconoscimento ufficiale, di trovare un bel paese. Della Garfagnana è sicuramente il migliore. Il Duomo e la rispettiva balconata sulle Apuane sono molto, molto belle. Poi Barga finisce lì e non offre altro, se non una possibile visita a Castelvecchio Pascoli, frazione vicina dove un secolo fa dimorò il Poeta Pascoli.
Castelvecchio Pascoli
Bello: niente da dire. Se non fosse così disadorno, sarebbe il borghetto più caratteristico che ho visto in Garfagnana. Immerso nella campagna, belli i voltoni, i colori, le case in pietra. Oltre a questo, ovviamente, non c'è niente.
Grotta del vento
La Grotta del Vento è l'attrattiva più pubblicizzata di tutta Lucca e di tutta la Garfagnana. Non c'è posto in cui non vi sia il relativo depliant. Arrivarci però è una vera impresa. Tanto particolare è il viaggio sotterraneo, tanto inusuale, per non dire "pazzesca", è la strada che porta alla Grotta del Vento. Dopo venti minuti di strada tutta dissestata e tutta curve che parte da Gallicano, vedere finalmente un parcheggio (lascia che costi tre euro, che pago volentieri purché per almeno un'ora non mi facciate più pensare alla strada che ho appena percorso) e della gente in carne ed ossa fa tirare un sospiro di sollievo.
La visita della Grotta è incredibile.
La Guida sa quel che dice e si fa ascoltare e seguire.
Ricorderò per sempre la Grotta del Vento, quando si spengono le luci che accompagnano l'escursione sotterranea, si può vedere (o forse sarebbe meglio dire "non vedere") il buio assoluto, il nero più nero che ci sia.
Eremo di Calomini
Dalla foto ricorda l'eremo della Pietra di Bismantova.Aperta questa nuova via, ogni volta che rincasavo da qualche viaggio in Toscana (fossero anche territori più a sud, come il Chianti Fiorentino o il Chianti Senese), cercavo sempre di attraversare la Garfagnana, di rivedere quei paesaggi che tanto mi avevano incantato anni prima, per cui Castelnuovo di Garfagnana rientrava sempre tra le tappe dei miei itinerari, essendo al centro di tutte le strade che salgono o scendono questa zona.
Tuttavia non ero mai riuscito a fermarmi, a fare una sosta di qualche giorno, ad esplorare quel che per me continuava ad essere solamente una terra di passaggio.
Son riuscito a fermarmici in questo lungo week-end, curioso come non mai di vedere ogni posto che avevo solamente intravisto da lontano, di corsa, in macchina o su qualche guida turistica.
Cosa dire?
Si tratta di un'Altra Toscana, diversa, completamente differente da quella storico-turistica tipica di Firenze, Siena, Pisa e Arezzo; in Garfagnana il vero protagonista è la natura, ma il vero nemico è l'uomo. Le montagne, sia che siano gli Appennini o le Apuane, sono maestose, impressionanti, fanno la loro immensa figura. Ma i paesi, i borghi, fatta eccezione per uno o due, sono miseri, con pochissime attrattive e quelle poche che ci sono non sono curate, sembra quasi che agli abitanti non importi nulla di mostrarle a chi potrebbe esserne interessato
Castiglione di Garfagnana
Castiglione è il primo borgo che si incontra scendendo dal Passo delle Radici. Il panorama tutto intorno, specie d'autunno, è delizioso. Le montagne calano d'altezza e disegnano cornici soavi ai tetti delle case e alle rocche della fortezza. Molto suggestivo anche l'effetto della nebbia che dirada lungo le vallate sottostanti.
Peccato che non richiami turisti, che non abbia nessuna attività preposta a promuovere né il villaggio medievale dentro le mura né il paesaggio circostante, in vero povero anch'esso di specialità, ma meritevole d'essere visitato, se non altro per mirare da vicino un bellissimo ponte medievale, collocato lungo una scarpata poco fuori il paese. segnalato quasi per errore, e accessibile solo dietro richiesta agli abitanti del posto.
Ponte medievale - Castiglione di Garfagnana
Spostandosi verso la valle del Serchio, si può girare a destra imboccando la strada che porta a San Romano in Garfagnana. Una piccola deviazione e si arriva al Lago di Pontecosi, ovverosia una grande ansa dove il fiume Serchio s'allarga, creando un discreto bacino d'acqua, in corrispondenza del paesino che gli dà il nome, Pontecosi, appunto.
Lago di Pontecosi
Sono stato fortunato nel trovarlo in quella che forse è la sua stagione più bella, perché più ricca di colori, i quali si riflettono nelle acque placide del Serchio. Con molta fantasia sembra di essere nel Maine di Dawson's Creek. Tuttavia a parte il bel camminamento che circonda il lago da una parte e dall'altra, il piccolo paesello presenta quelle stesse caratteristiche che contraddistinguono la Garfagnana tutta, ossia uno spiccato senso di "lasciato andare", di incuria. Il ponte sul Serchio è orribile, non tanto per la sola corsia da cui è costituito (cosa che non rappresenta un peccato capitale, anzi, potrebbe addirittura risultare caratteristico se ben tenuto), bensì perché è brutto, sta male, è un ecomostro di dimensioni limitate, ma pur sempre un ecomostro rimane.
Fortezza delle Verrucole (San Romano in Garfagnana)
Dabbasso ci si immagina una fortificazione imponente, che quasi richiami in termini di immaginazione (con le dovute proporzioni) quella della muraglia cinese.
Una volta saliti in cima, anche in questo caso lungo un viottolo molto carino immerso nel verde e dai bellissimi scenari tutto intorno, ci si perde nel nulla dell'abbandono. Negli spazi di questa fortezza voluta a suo tempo dagli Estensi (forse gli unici ad aver fatto del bene a questa terra) non c'è niente se non un muletto, un palco incustodito, e cartelli che vietano l'ingresso alla rocca. Un disgraziato potrebbe cadere dai bordi, oppure ammazzarsi: nessuno se ne accorgerebbe. Complimenti a chi ne "ha cura", complimenti vivissimi.
Vagli Sotto
L'idea di visitare Vagli Sotto nasce dal desiderio di intravedere la sommità del campanile di Fabbriche di Careggine, il paese sommerso dal torrente Edron, affinché fosse possibile sfruttarne le acque costruendo una diga.
Proprio qui, a Vagli Sotto (che saluta i commessi viaggiatori con una bellissima scultura in marmo, che risulta stonata rispetto al paesaggio perché troppo bella rispetto a tutto "il brutto" intorno), si capisce che sarà sicuramente colpa dei Garfagnini se la loro terra è così malridotta, ma risulta anche certo come si tratti di una popolazione e di una regione trent'anni indietro.
Io, un biliardino come quello ritratto in foto, erano anni che non ne vedevo uno uguale.
Ma oltre a questo, l'unica cosa che mi rimane di Vagli Sotto, eccezion fatta per il campanile del paese sommerso che non sono riuscito a vedere, è la desolazione di Vagli Sotto, e dei ragazzi del posto che si trovano dal benzinaio perché è probabilmente l'unico spiazzo in grado di accogliere i cinque giovani che ho visto e dare loro qualcosa. Che brutta vita, mamma mia.
Isola Santa
Questa foto dice tutto.
L'Isola Santa è tanto bella da vedere mentre la si costeggia, tanto brutta da visitare.
Un solo aggettivo le calza bene: spettrale.
Barga
Barga si presenta come un paese targato da bandiera arancione. Questo fa ben sperare. Abituato ai borghi caratteristici della Toscana visitata negli anni e nei mesi addietro, quella del "Chianti Shire", quella in cui ogni paese, anche quello che ha meno da mostrare (uno su tutti, dico San Quirico d'Orcia), contavo, in virtù di questo riconoscimento ufficiale, di trovare un bel paese. Della Garfagnana è sicuramente il migliore. Il Duomo e la rispettiva balconata sulle Apuane sono molto, molto belle. Poi Barga finisce lì e non offre altro, se non una possibile visita a Castelvecchio Pascoli, frazione vicina dove un secolo fa dimorò il Poeta Pascoli.
Castelvecchio Pascoli
Bello: niente da dire. Se non fosse così disadorno, sarebbe il borghetto più caratteristico che ho visto in Garfagnana. Immerso nella campagna, belli i voltoni, i colori, le case in pietra. Oltre a questo, ovviamente, non c'è niente.
Grotta del vento
La Grotta del Vento è l'attrattiva più pubblicizzata di tutta Lucca e di tutta la Garfagnana. Non c'è posto in cui non vi sia il relativo depliant. Arrivarci però è una vera impresa. Tanto particolare è il viaggio sotterraneo, tanto inusuale, per non dire "pazzesca", è la strada che porta alla Grotta del Vento. Dopo venti minuti di strada tutta dissestata e tutta curve che parte da Gallicano, vedere finalmente un parcheggio (lascia che costi tre euro, che pago volentieri purché per almeno un'ora non mi facciate più pensare alla strada che ho appena percorso) e della gente in carne ed ossa fa tirare un sospiro di sollievo.
La visita della Grotta è incredibile.
La Guida sa quel che dice e si fa ascoltare e seguire.
Ricorderò per sempre la Grotta del Vento, quando si spengono le luci che accompagnano l'escursione sotterranea, si può vedere (o forse sarebbe meglio dire "non vedere") il buio assoluto, il nero più nero che ci sia.
Eremo di Calomini
Per capirlo meglio però bisogna andarci: surreale.
Della Toscana mi mancano la Maremma e l'Argentario. Ogni altro posto posso dire di averlo visitato, di esserci stato o di averci passato almeno una notte. Continuo a credere che non sia nessuna città bella tanto quanto Siena e che San Gimignano sia il più bel borgo che abbia mai visto. Ma rimangono impresse anche Montepulciano, Cortona, Volterra: tutti paesi magnifici, in cui gli occhi non si stancherebbero mai di guardare le meraviglie che vengono offerte alla vista.
La Garfagnana invece è strana, ti colpisce, nel bene o nel male, ma ti colpisce.
Nel bene perché ha davvero tantissime potenzialità; nel male perché nessuno le sfrutta, o è incapace o disinteressato a farlo.
Peccato, un vero peccato.
La Garfagnana invece è strana, ti colpisce, nel bene o nel male, ma ti colpisce.
Nel bene perché ha davvero tantissime potenzialità; nel male perché nessuno le sfrutta, o è incapace o disinteressato a farlo.
Peccato, un vero peccato.
Nessun commento:
Posta un commento