Ti si attaccano addosso e tu in quel momento, in quei momenti, le adori, ti lasci andare, fai l'errore di innamorartene. Non senti di meglio, non vedi di meglio. Poi il tempo passa e, proprio perché tutto lascia traccia, in quelle stesse canzoni che avevi amato rivedi le cose che t'eri giurato di dimenticare. Forze di causa peggiore te le mettono in croce senza pietà, senza fare prigionieri. E allora non so voi, ma io quelle canzoni non le ascolto più, metto al bando loro e metto in castigo me stesso impedendomi di infilare quel cazzo di cd nel lettore e di schiacciare play.
Non voglio ricordi, non voglio che le melodie mi riportino in testa sentimenti che non dovrei più avere.
E' difficile sancire patti con le canzoni, è quasi impossibile giurarsi amore eterno, bisognerebbe solo promettersi che qualsiasi cosa possa accadere rimarremo uniti, "saremo un'altra cosa" ma non ci separeremo.
Mica facile.
Grazie al Dio della musica e grazie alla legge dei grandi numeri c'è sempre l'eccezione che conferma la regola.
Voglio una pelle splendida c'era prima di tutto.
C'era da quando l'unico mio interesse era passare più tempo possibile nei negozi di dischi o nella mia cameretta imbracciando una chitarra con cui non ero nemmeno in grado di tirare giù la più patocca delle canzoni di Agnelli.
Al mio primo vero appuntamento ricordo nitidamente il falsetto di Manuel.
Alla mia seconda grande batosta non ebbi paura a riguardarla in faccia, nella sua versione melodiosa, quella di Siam tre piccoli porcellin e battere le mani alla fine del pezzo, da solo, sempre nella mia cameretta.
E poi anni e anni di concerti con affetti e amici e, fondamentalmente, abbiamo sempre aspettato che suonassero questa.
Ancora, trovarsi in un bar a cantarla e a ballarla con ragazze e ragazzi che, come te, l'hanno sempre adorata.
Poi, tutto d'un tratto, accorgersi che son passati 13 anni e che in 13 anni, nonostante t'abbia accompagnato in ogni istante -bello o brutto che fosse- che andava vissuto, non le hai mai voluto male, non hai mai smesso di ascoltarla.
Ti accorgi che ci puoi leggere quello che vuoi nelle parole di Agnelli, perché finali che non facessero male li abbiamo sperati tutti. Notti nere cristallo passate a scegliere le carte da giocare le abbiamo mal dormite tutti e anche quando ne avevamo in mano 40 di carte, e anche quando le persone contro cui esibirle giocavano a carte scoperte, siamo riusciti comunque a calarle male. Quelle "certe domande" che era meglio non farsi mai le abbiamo maledette tutti. E nemmeno ci manca esserci riconosciuti colpevoli ma essere stati così arroganti da aver sperato che i ruoli si fossero improvvisamente invertiti e che fossero gli onesti a baciarci, a baciare Giuda.
Uno può leggerci quello che vuole.
Io a questa canzone non ho mai chiesto più di un pensiero superficiale che rendesse o mantenesse, di volta in volta, la mia pelle splendida.
Io ci ho sempre letto solo questo.
tum tum chà...
tum tum chà...
tum tum chà...
tum tum chà...
Non voglio ricordi, non voglio che le melodie mi riportino in testa sentimenti che non dovrei più avere.
E' difficile sancire patti con le canzoni, è quasi impossibile giurarsi amore eterno, bisognerebbe solo promettersi che qualsiasi cosa possa accadere rimarremo uniti, "saremo un'altra cosa" ma non ci separeremo.
Mica facile.
Grazie al Dio della musica e grazie alla legge dei grandi numeri c'è sempre l'eccezione che conferma la regola.
Voglio una pelle splendida c'era prima di tutto.
C'era da quando l'unico mio interesse era passare più tempo possibile nei negozi di dischi o nella mia cameretta imbracciando una chitarra con cui non ero nemmeno in grado di tirare giù la più patocca delle canzoni di Agnelli.
Al mio primo vero appuntamento ricordo nitidamente il falsetto di Manuel.
Alla mia seconda grande batosta non ebbi paura a riguardarla in faccia, nella sua versione melodiosa, quella di Siam tre piccoli porcellin e battere le mani alla fine del pezzo, da solo, sempre nella mia cameretta.
E poi anni e anni di concerti con affetti e amici e, fondamentalmente, abbiamo sempre aspettato che suonassero questa.
Ancora, trovarsi in un bar a cantarla e a ballarla con ragazze e ragazzi che, come te, l'hanno sempre adorata.
Poi, tutto d'un tratto, accorgersi che son passati 13 anni e che in 13 anni, nonostante t'abbia accompagnato in ogni istante -bello o brutto che fosse- che andava vissuto, non le hai mai voluto male, non hai mai smesso di ascoltarla.
Ti accorgi che ci puoi leggere quello che vuoi nelle parole di Agnelli, perché finali che non facessero male li abbiamo sperati tutti. Notti nere cristallo passate a scegliere le carte da giocare le abbiamo mal dormite tutti e anche quando ne avevamo in mano 40 di carte, e anche quando le persone contro cui esibirle giocavano a carte scoperte, siamo riusciti comunque a calarle male. Quelle "certe domande" che era meglio non farsi mai le abbiamo maledette tutti. E nemmeno ci manca esserci riconosciuti colpevoli ma essere stati così arroganti da aver sperato che i ruoli si fossero improvvisamente invertiti e che fossero gli onesti a baciarci, a baciare Giuda.
Uno può leggerci quello che vuole.
Io a questa canzone non ho mai chiesto più di un pensiero superficiale che rendesse o mantenesse, di volta in volta, la mia pelle splendida.
Io ci ho sempre letto solo questo.
tum tum chà...
tum tum chà...
tum tum chà...
tum tum chà...
7 commenti:
Era ora che riprendessi in mano il blog. Cazzo, ultimamente ti ci dedichi poco: quando avevi il Zuzù Space c'era un aggiornamento al giorno... Comunque bella lì! Amo questi post che puzzano di nostalgia, per un qualche motivo, sento di volerti più bene quando leggo di queste robe.
Le canzoni sono peggio delle puttane. Davvero!
Credo che la musica abbia l'importanza che ha nella mia esistenza per un motivo semplice quanto spiazzante, ogni volta che me ne ri-rendo conto.
perchè non dipende da me.
Non la scelgo, quello che mi fa ha il potere di farmelo lei, la subisco.
E con lei ho vissuto, costruito, mi sono ubriacata delle emozioni più forti e vere.
E' successo con poche persone.
Motivo per cui, non sai quanto ti capisco, sia quando parli delle canzoni tabù, perchè certe note fanno più male e sciolgono di più che un viso, sia quando parli delle canzoni amiche, che interpreti senza pretese.
Voglio una pelle splendida mi è piaciuta da subito, forse perchè è estremamente diretta e perchè come giustamente sottolinei tu, chi non ha desiderato quello che canta l'agnelli, chi?
La preghiera poi del finale che non faccia male, cazzo.
bela.
elena
Sarà perchè parli di una delle più belle canzoni che io abbia mai sentito, sarà perchè un pò sento di condividere quello che hai scritto ma questo post mi piace unb sacco!
Mi piace molto questo post, e mi ci ritrovo parecchio: leggendolo per lunghi tratti mi sembra di averlo scritto io, perché meglio non avrei potuto esprimere sentimenti-ricordi-esperienze a proposito di questa canzone... per questo ti chiedo se posso cordialmente prenderlo in prestito, magari riadattandolo un po'...
Cheers...
Luca (Bortolotti)
brev Zeman te un brev ragasol
vittori
Noto: è che ho poco tempo (e troppa fame, cit) e non sono particolarmente ispirato a scrivere chissà cosa. Questa mi è venuta di getto.
Elena: Premessa. Tranquilla, non sei arrivata due, altrimenti sai in quanti saremmo ad essere arrivati òunghi? Semplicemente "condividiamo lo stesso elemento".
Bella l'idea del non "dipende da me". Mentre scrivevo questo post osno stato tentato dallo scrivere che delle canzoni ci si innamora esattamente come ci si innamora di una donna, o di una squadra di pallone. ACRITICAMENTE, come scriverebbe Nick Hornby in Febbre a '90. E cosa comporta innamorarsi, per di più ACRITICAMENTE, sappiamo tutti cosa significhi.
Ste: grazie! PS Stai diventando bravissima a fare foto, complimenti.
Bergo: sei tu?
Luca: Cheers, a te, mancunian in arms. Prendi pure! Al massimo citami! :-)
Vitori: sei proprio tu? A quando una serata "benessere" a Serra?
ovviamente citerò... thanks!
Luca
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