Dig out your soul 'cos here we go!

La verità è che non sopporto più Bergo che mi lascia messaggi su MSN per dirmi cosa ha visto/fatto/goduto circa il nuovo album dei Fratelli, mentre io son qua a prendermi dei nomi al lavoro e a rompermi bellamente il cazzo.

Lo sto ascoltando con un'attenzione enorme.
Avevo grandissime aspettative e un po' il singolo mi aveva depistato. Diciamocelo, non è nulla di eccezionale, è la solita solfa della serie:"Ciao, è bello essere tornati!", cui hanno fatto capo anche The Hindu Times e Lyla, tutto meno che canzoni che potessero cambiarci la vita.

Invece mi ritrovo ad azzardare che forse, escluso The Masterplan, si tratti del loro miglior lavoro dai tempi di What's the story (morning glory)?.

Esagero?

Bag it up in un qualche modo mi ha ricordato Mucky Fingers che avevo apprezzato perché rappresentava, per me, qualcosa di nuovo, il tentativo di reinventarsi, o almeno provarci. Tutto molto beating, come già suggerito anche da Bergo. Ecco, come idea di partenza mi è piaciuta molto. E poi la voce di Liam è strepitosa. Fin da subito, infine, ho ripensato alle parole di Noel prima dell'uscita di DOYS, "sarà un album cui il peso maggiore verrà dato al groove". Verissimo, pochi fronzoli, pochi virtuosismi ma tutto suonato con incredibile intensità.

Di The Turning non dico niente perché non mi piace, è poca roba. Unica nota piacevole, la campionatura di Black Bird sul finire.

Waiting for the rapture è quello che speravo facessero! Avessero suonato una canzone così, che so, i Kaiser Chiefs del cazzo, a quest'ora sarebbero incensati ovunque. L'avessero suonata i TV on the Radio, verrebbero definiti la next best thing.

Su The Shock of the lightning mi son già espresso. Certo che sentire Bergo dirmi che uno stuolo di ragazze ubriache cantava:"And all in good times..." al karaoke dà una fortissima idea di benessere!

I'm outta time è un piccolo gioiellino. Fa pensare che forse dei due, il fratello più talentuoso sia il minore.

Di High Horse Lady ho conservato un messaggio di Simo. "Fa molto fine anni '70 o almeno a me fa sto effetto se fossi io l'art director il videoclip sarebbe ambientato in the usa on the road un cabrio dell'epoca tra palme a miami e autostrade desolate le riserve indiane ed il loro lamento... non so se ci sono le palme ma alla fine della canzone si sentono i fratelli camminare su una spiaggia sicuramente non di sabbia bianca tra il canto dei gabbiani".
Amen, fratello.

Prima o poi qualcuno raggiungerà Tomorrow never knows. Falling down ne è un'altra dimostrazione. Una gran bella prova di avvicinamento, comunque.La versione remiscelata dei Chemicals Brothers è una bomba.

To be where there's life forse è la più bella di tutte e suona fottutamente Beatles.

Ain't got nothin', invece, quanto cazzo è Stooges?

The nature of reality è un altro pezzo che non mi dice molto. Anzi, mi fa proprio cagare.

Soldier On... Chi sono? I Beatles?

Di undici tracce, nove le ascolto davvero con piacere.
Sono veramente soddisfatto della Band of Brothers.
In un anno in cui i vari cavalieri del Brit Pop sono andati a punti ma nulla più, c'è stato, vivaddio, chi, in barba a tutti, ha saputo spingersi un po' più in là, senza inventare niente di nuovo, senza seguire trend, senza snaturarsi. Sempre loro. In inghilterra ho paura che ci sia meno ricambio di quanto si faccia credere.

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