Liceo Scientifico A. Tassoni (VD '99/2000)



Le levatacce ad orari improponibili per finire di studiare quelle materie che non era possibile memorizzare ad ora tarda.
Le albe postindustriali sull’Estense.
Le persone che speravo di incontrare, quelle che mi dispiaceva non potere vedere e quelle che mi dispiaceva dover vedere.
(LA) quotidiana consapevolezza di una piccola rivoluzione di classe in una scuola prestigiosa.

I libri sulle ginocchia in corriera.
I fogli protocollo che non avevo mai.
I cabò in Montagnola, al Grand’Emilia, in centro e al Marina.
Viale Reiter, la puzza di Viale Reiter.

Gennaio e le sue gelide mattine; primavera e i piedi bagnati ad Aprile.
L’orologio sincronizzato sulla campanella finale.
Le belle giornate passate a studiare.
La succursale.

Le navette per andare in stazione delle corriere.
Modena-Montale-Maranello o Modena-Formigine-Maranello:
“Montale” è più lenta ma parte prima, quale prendere?

La prima barba ispida e irregolare.
4 anni su 5 senza internet e cellulare.
Le mimose e la trasformazione da monello a ragazzo.
I nonni. Le “registrazioni”. I bocciati. Le teste di cazzo.


La filosofia. La filosofia del cazzo.
Latino, e da quel momento non ho più sbagliato un congiuntivo.
Storia… di merda. Studiare il passato per capire il presente. Ma vaffanculo, va.
La paura prima dell’interrogazione di Autori.
I 4 in chimica, in latino, in matematica.
Gli 8 in chimica, in latino… ma non in matematica.

Gli scherzi ai compagni più sfigati.
Gli scherzi ai compagni non sfigati ma non per questo migliori.
Gli amici di paese, la mia famiglia di scuola.
Gli amici di provincia, i fratelli forestieri.
Le differenze. Le appartenenze.
Il dialetto, parlato stretto, per tagliare fuori i compagni della "Modena bene" facendo loro credere che quelli tagliati fuori eravamo noi.

I crediti. I debiti. I rapidi (graph)
Le interrogazioni programmate.
Le riserve. Le giustificazioni. I volontari.
Le versioni copiate.
I ricevimenti. I bigliettini. I suggerimenti.

Hot, I Simpson. I Griffin e Ken.
MTV Kitchen, Andrea Pezzi, Mai dire gol… Friends!
Il testo di Lulù Marlene inciso sul banco, Gli Oasis
lo scudetto del Milan il walkman e la Pina
Pepito Sbazzeguti, La Credenza, Ricordi???
Gli scioperi, Yoshi’s Island, l’arte dell’arrangiarsi,
la mia prima chitarra. La Champions dello United.


I posti in fondo, in classe e in corriera
Le camice di flanella, i pantaloni di velluto, le mie puma grigie di tela.
I capelli: corti, lunghi, bianchi, unti.
Gli spogliatoi. Le ore buche. Le calze bianche di spugna. Gli appunti.

La patente. L’euro. La lira.
Le note sul diario, le note sul registro, la disciplina.
le visite del preside, le visite al preside.
Paolo senza giacca a Dicembre, le pagelle del primo quadrimestre.
Le materie sotto. Le materie a rischio.
Le sorprese inaspettate.
Le serate a teatro. I pomeriggi a teatro.
Le cene di classe, quasi tutte saltate.
Le foto di fine anno, le firme dietro le foto di fine anno.
L’ordine alfabetico. L’inerzia dello studio. Le notti di Maggio.
Il motorino. La cartellina di disegno smarrita almeno dieci volte.
I permessi, le 5 assenza. Il gruppo.


Un professore; ora parlo come lui, allora lo prendevo per il culo.
Una professoressa, un’irritante ‘68na del cazzo, mai amata, sempre disprezzata.
Colei che m’ha insegnato più di chiunque altro, più di chiunque altra.
Il Tassoni, le sue mura, i suoi bunker, i suoi studenti.
Sentirmi dire da chi ne era uscito che ai suoi tempi si studiava di più.
Non capire che avrei detto lo stesso una volta uscito io.
Non capire che per quanto ne fossi angosciato, per quanto lo avessi odiato...
Mi sarebbe mancato.
E’, forse, l’assenza (e la ricerca) di un capitolo di epilogo.

2 commenti:

santu ha detto...

io ci rimango male, ma in bene.

a parte che mi fa un casino come usi le parole, come le misuri.
eppoi le esperienze...
"MTV Kitchen, Andrea Pezzi, Mai dire gol… Friends!

Il testo di Lulù Marlene inciso sul banco"
paura!

"La prima barba ispida e irregolare."

"I nonni. Le “registrazioni”. I bocciati. Le teste di cazzo."

"I libri sulle ginocchia in corriera.

I fogli protocollo che non avevo mai.

I cabò in Montagnola"

può essere che
a) c'è qualcuno simile a qualcun altro e ciò significa che c'è speranza di non naufragare fottutamente soli in questo oceano di merda.

b) ci hanno inculato dall'inizio facendoci credere di poter scegliere, ed invece giàssapevano che avremmo fatto tutti le stesse identiche cose.

Zuzù ha detto...

Grazie.
Devi sapere che questo pezzo e lo chiamo così, "pezzo", lo scrissi di getto, in un momento revival. Poi lo corressi perché, con un amico, avevamo pensato di utilizzarlo come testo per una base. Un specie di esperimento offlaghesco. Sicché ricollocai le parole in modo tali da renderle il più possibile musicali. Sono molte le assonanze e le consonanze. Da qualche parte c'è pure qualche rima, non solo interna ma addirittura esterna.

Oltre a questo, fa "piacere", nel male, sapere che non sono solo. I profeti di benessere m'hanno fiaccato i maroni. Il mio training autogeno di sopravvivenza si limita a queste digressioni di sedicente amore verso quel che di buono vedo dietro, perché la merda presente è troppa per non cantare NO FUTURE.

Ma io sono ottimista, appena vedrò un bicchiere cercherò di non sorprendermi troppo nel vederlo mezzo pieno.

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