Tu, cinque giorni di tristezza e poi corri incontro alla vita


In anni e anni di scuola, spogliatoio, vacanze al maschile, band musicali, ho sempre pensato che stare in mezzo a soli uomini fosse un’esperienza temprante. I discorsi sul carisma, la selezione naturale, il gruppo, il cameratismo. Tutti principi spietati ma dall’immenso valore.
Pensavo d'essere vaccinato per qualsiasi cosa e credevo che qualora per obbligo o necessità (e non per amicizia) mi fossi trovato in mezzo a sole donne non avrei avuto nemmeno un problema. Dopo tre anni di lavoro a stretto contatto con sei donne mi accorgo di aver fatto un grossolano errore di valutazione.

Tanto perché Nick Hornby ci ha insegnato a stilare liste e classifiche, eccone un’altra.

1) Loro hanno sempre diritto ad essere incazzate, a sentirsi poco bene, a rispondere di merda, a parlare di continuo, a raccontare dei loro figli di cui non mi frega assolutamente un cazzo, a dar l la colpa ai piccoli di qualsiasi loro problema o di qualsiasi loro necessità. Nel caso ad essere incazzato sia tu-uomo, o qualora ti senta poco bene e ti scappi una rispostaccia la cosa migliore che ti puoi sentir dire è:”Calmati, non è colpa mia se stai poco bene o se sei incazzato col mondo”.

2) In inverno hanno freddo e mettono il riscaldamento a bomba. Se chiedi di abbassarlo, lo fanno. Scocciate, ma lo fanno. Ti assenti un attimo e tornano ad alzarlo. D’estate hanno caldo e mettono l’aria condizionata ma la mettono al minimo sindacale. Se chiedi di alzare, lo fanno. Scocciate, ma lo fanno. Ti assenti un attimo e tornano ad abbassarla.

3) Se per caso portano in ufficio le paste per festeggiare un qualche evento, le hanno sicuramente prese nel miglior forno della Provincia. Se lo fai tu-uomo si sentono autorizzate a dirti che sono troppo unte, sono troppo grasse, sono troppo secche, costano troppo, i gestori di quel posto non sono gentili, è meglio dove vanno loro. Se rispondi che allora sarebbero potute andarci loro o che non credi che sia come dicono:”Mamma mia se sei permaloso, non ti si può dire niente”.

4) Hanno diritto a ripeterti una storia che ti hanno già raccontato mille mila volte. Se fai loro notare che non è la prima volta che la senti, continuano imperterrite. Se anticipi loro la conclusione perché sai già come va a finire, continuano imperterrite. Quando attacchi tu-uomo con una storia sui generis che non conoscono, non t’ascoltano.

5) Se sono al telefono devi stare rigorosamente zitto e a tre metri di distanza. Se sei al telefono tu-uomo possono entrare in ufficio, stendere i panni, urlare neanche fossero a Napoli e parlarti mentre hai la cornetta in mano e stai ascoltando chi è all’altro capo della linea.

6) Se hanno bisogno di te è sicuramente un’urgenza. Se sei tu-uomo ad avere bisogno di loro sei uno spaccamaroni.

7) Ogni loro nuovo moroso è quello giusto, l’uomo della loro vita. Ogni tua amica che non conoscono è una puttana o ha meno tette di loro.

8) Se ritengono che tu uomo sia vestito male, hanno il sacrosanto diritto di fartelo notare e dirti come ti saresti dovuto abbigliare. Se provi a fare la stessa cosa, ma a parti invertite e magari perché son state loro a chiederlo a te, le conseguenze possono essere queste. A) “Se invece di giudicare ti guardassi…tu pensi d’esser bello?” B) “Invece sto bene” (e allora se lo sai già che cazzo me lo chiedi a fare?) C) “Sei uno stronzo”.

9) Non puoi permetterti di mancare di rispetto al loro sport del cazzo, al loro passatempo di merda, o ai locali che frequentano. Se invece tu-uomo suoni in una band musicale:”Hai trenta anni, è ora che la smetti di sognare”

10) Tra di loro è tutto un sorriso, tutta una moina, tutto un complimento. Poi, girate le spalle, si dicono dietro le peggio cose. Ma robe che se non avessi sentito con le mie orecchie non sarebbero neppure verosimili, per di più con una cattiveria che un uomo userebbe solo per far male e userebbe solo faccia a faccia, o se messo alle strette, o arrivato a un punto cruciale di rottura. Tuttavia sembra che faccia parte di un codice deontologico femminile, è cosa condonabile, accettata sotto silenzio.

Poi, dulcis in fundo, il mestruo: tana libera tutti. Il momento peggiore in assoluto (e fate i vostri conti: 5 giorni x 6 donne = 1 mese intero di nervosismo). Anzi, no. Il momento peggiore di tutti è quando sono in ritardo. Dio mé.

Per piacere, sostituite le mie sei colleghe con i sei uomini più cagacazzo del pianeta. Lasciatemi un mesetto per prender loro le misure, vedrete che non avrò nemmeno un problema.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Zeman pubblica,qualsiasi cosa ma pubblica!

DOM

Emanuel Gavioli ha detto...

Divertente. Poi ci penso meglio, mi accorgo che quello che scrivi è vero, e rido meno.

Zeman, ti voglio troppo bene!

Galla ha detto...

ahahaha, bella zeman!
(che genio nick)

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