Poi, leggere i cantanti è come ascoltarli recitare.
La mente legge ogni parola con la voce di chi l'ha scritta, ne rispetta la dizione, le pause, il calore, l'inclinazione dialettale, le peculiarità individuali, i silenzi, l'armonia...
La quarta di copertina, tra le altre cose, recita:"Vorrei che queste pagine si potessero prendere a etto, sfuse, a capitoli, a ognuno la parte che gli serve, come dal macellaio." Ne approfitto allora, riportando ciò che, per diversi motivi, credo mi serva.
Abbiamo occidentalizzato ogni EST possibile e, ciò che è peggio, abbiamo solo avvertito l'esigenza di portarvi qualcosa di nostro senza badare a, davvero, quello che io definisco EST-etica, non solo intesa come bellezza intrinseca, ma anche modus vivendi di quelle terre che sì, solo oltre le varie cortine che ogni volta tracciamo per giustificare diversità che preferiamo evitare per paura forse di rimanerne contagiati, ma che troviamo anche nei sobborghi delle città in cui viviamo, nelle periferie. Lande escluse ed esclusive che non raccontano niente a chi non sa ascoltare né vedere ma che godono di un'unicità che, qualora ben colta, ha sapore di epico. Luoghi-altri come mi piace chiamarli, luoghi che non possono essere descritti da una fotografia; personaggi veramente in cerca d'autore, che non si possono raccontare per sentito dire; situazioni surreali vissute con dimestichezza, con regolarità.
E' stato difficile prendere le misure a NON SI MUORE TUTTE LE MATTINE perchè misure non ne ha, né d'altronde proclama di averne, ma una volta preso il via si è pronti ad intrufolarsi nel nuovo rocambolesco mondo che s'apre ad ogni capitolo. Ritrovarcisi, non credervi, sorprendersi, riderne. Un non-libro, tante lunghe canzoni in prosa, atti di teatro barocchi, visioni estemporanee. Se c'era una cosa che non mi aveva convinto era l'immagine in copertina, ma leggendolo a modo penso che sia l'unica adatta.