I tempi cambiano.
E' come guardare gli annali calcistici, notare le differenze tra le foto scattate di anno in anno alla stessa squadra. Magari nell'immediato non cambia niente, manca solo qualche giocatore irrilevante, ma a distanza di anni le differenze si fanno profonde e si coglie appieno ogni minimo cambiamento.
Ecco allora che si riconoscono i veterani della squadra, le colonne del gruppo, quelli che ci sono sempre stati e non hanno mai mollato neanche venti centimetri, quelli che hanno sempre saputo combinare il più flessibile grado di adattamento verso il nuovo che avanzava alla resistenza per le proprie tradizioni, le proprie scontate quanto necessarie tradizioni create da monelli e preservate a discapito del tempo.
Così diversi, così uguali.
Una canzone dice: "Non c'è nessun 'da sempre' da tenere a mente, non c'è nessun 'per sempre' da custodire avidamente": be', Barigo sa evadere da questo cliché ed è cosa buona e terapica.
Non c'è chi, per scelta volontà o altruismo, ha fatto un passo indietro e si è chiamato fuori. Ne va che chi è rimasto abbia dovuto (e saputo) fare un passo in avanti, consapevole di avere le spalle un po' meno coperte degli anni passati. Non è stato facile ma è stato necessario. C'è chi ha sostituito chi non c'era, e l'ho fatto nel miglior modo possibile, essendo sé stesso e giocando come sapeva: più che capace di rimanere sul pezzo.
Ci sono i nuovi acquisti che non è dato sapere quanto si affezioneranno alla maglietta, ma che hanno dato tutto e solo per questo vanno ringraziati e riveriti. Qualcuno è una promessa e nemmeno lo sa, qualcun'altro sarà solo una promessa mancata.
Poi i futuri capitani, i "giovani vecchi", quelli che sono arrivati con un discreto gap di ritardo ma sono entrati nello spogliatoio con il giusto spirito e non hanno avuto paura quando è stata ora di far rifiatare i vecchi leoni.
C'è chi ha fatto meno del previsto e dell'auspicabile ma è normale così: un anno un po' meno brillante capita a tutti.
Mi ha colpito vedere alcuni filmati che abbiamo girato e alcune foto che abbiamo scattato. Ritraevano scene normalissime ma impossibili da pensare anche solo un anno fa. Dei soggetti ripresi o ritratti io ero il più "anziano", e dietro di me un ragazzo che sarà venuto a Barigo tre volte in tutto, e nemmeno tutti i giorni delle vacanze. Eppure era imprescindibile. Tutti gli altri erano volti nuovi.
I tempi cambiano, ma è giusto così, significa che comunque vanno avanti, significa che qualcosa continua a muoversi. Barigo mi fa ragionare, mi fa ritornare a quello che conosco, mi mette in pace col mondo e mi dà quel equilibrio nel valutare le cose che non trovo da nessun'altra parte, mi permette di ripartire a mente fredda, da zero. Non credo che nessuno mi possa capire, ma dopo aver passato un anno intenso come è stato per me il 2009, Barigo mi ha permesso di vedere tante cose con i giusti occhi. Non è poco.
Non pestate il verde, non pestate il verde! Le moretti "incenerite" (maledetto Moro), le squisitissime Kiefer, la cortesia di Luca al bar, le 'scurissime dell'Ile', la benzaina (e come dice l'Ile "La sgasatura, tengo a precisare, era dovuta ad un paio di lanci della bottiglia piena di doppio sMALTO ancora non miscelato. Successivamente aperta e fatta completamente sgasare. Dopodichè è stata necessaria una aggiunta di Moretti che, purtroppo, ha tolto un po di retrogusto acido.," )la vagYna, la mazda guidata da me (peggio che se l'avesse guidata un bariago) ma non -e sottolineo NON- dalla Fré, le premiazioni, la Meike perennemente in bagno, il tip tap di Fabìn sotto le note di "domani", Kim, il campanello suonato da Fabìn, il volo giù dalle scale, la doppio sMALTO, vavangulo Fabio, la festa a bestia, le G-wars, Lollini alle 4 di notte, il cybo di Dom e Berta, il Noto in forma campionato, la mansarda trasformata in una comune, i suoi abitanti segregati in casa, la cena dei reduci Fabìn sbronzo la prima sera... e altro ancora da aggiungere...
Qui le migliori foto della vacanza.
Barigo 2009 |